Sono Social dunque esisto
Sono oltre 35 milioni, più della metà della popolazione, gli italiani attivi sulle piattaforme social, 31 milioni da mobile. Il tempo speso su base quotidiana è di poco inferiore alle 2 ore*. E in media l’utente ha profili su oltre 7 piattaforme social diverse.
I dati fotografano la realtà evidente di una società connessa, in particolare grazie agli smartphone, e di persone connesse tra loro anche se spesso solo virtualmente. Sta di fatto che anche i più snob prima o poi cedono: anche Whatsapp, oltre ad essere un servizio di messaggistica, è un social network, ed è talmente comodo che praticamente tutti lo usano, per svago e per lavoro.
Facebook resiste, nonostante la fama altalenante di Zuckerberg e i suoi “errori”, ed è sempre più ricco di funzioni a disposizione di chi lo usa per fare marketing. Certo, a questo mondo nulla è veramente gratis e se lo è non funziona. Non si può pensare di usare Facebook per promuovere un’attività senza investire in post sponsorizzati. L’algoritmo, questa entità beffarda, è molto attento a non far decollare i post cosidetti “organici”. Del resto, si possono avere buoni risultati anche con piccole somme ma è un gioco di equilibri delicato che richiede professionalità.
Instagram è il “vecchio” che avanza: da quando è stato acquistato da Facebook è diventato via via più popolare e il fatto che oggi funzioni in sinergia con lo stesso Facebook lo rende ancora più potente. Più facile dunque usarlo, più difficile usarlo bene come mezzo pubblicitario.
Il discorso è più o meno lo stesso per tutti i social network, da YouTube quando se ne parla di strumenti per fare pubblicità. Stare dietro alle continue evoluzioni, conoscerli a fondo per sfruttarne le potenzialità, lavorare su più canali facendoli agire sinergicamente è un vero e proprio lavoro. Anche perché essere social significa essere presente con regolarità.
* Fonte: Digital Report 2019